domenica 17 aprile 2016

A Raffadali la Sicilia di Chi nicchi e nacchi

È un ritorno alle origini. Nel luogo dove tutto è nato. Il “libro del cuore” di Raimondo Moncada, Chi nicchi e nacchi, scritto interamente in siciliano, sarà presentato a Raffadali su iniziativa dell’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Luigi Costanza. L’appuntamento è per venerdì, 22 aprile 2016, con inizio alle ore 18, nell’auditorium della biblioteca comunale. L’incontro sarà coordinato da Enzo Alessi. Interverranno lo stesso assessore Costanza, il direttore di Malgrado Tutto Egidio Terrana e il poeta Enzo Argento.

Sarà presente l’autore che, con Lucia Alessi, darà voce e vita ad alcuni brani contenuti nel libro.

locandina raffadaliChi nicchi e nacchi è uscito nell’estate del 2015 (“un regalo personale”, lo ha definito l’autore). Ad aprile 2016 la seconda edizione con un saggio sulla lingua siciliana di Tonina Rampello. Il libro raccoglie cunti e canti che Raimondo Moncada ha scritto “orgogliosamente” nella sua lingua madre, il siciliano, lingua con la quale è nato ed è cresciuto, lingua parlata in famiglia (a cui il libro è dedicato) prima di incontrare e praticare la sua seconda lingua, l’italiano, alle scuole dell’obbligo.

Sono cunti e canti scritti – sempre con quell’ironia e leggerezza che contraddistingue l’autore – per essere “cuntati e cantati”.

Sono nati proprio a Raffadali,durante l’esperienza maturata da Raimondo Moncada nel gruppo teatrale “L’Officina” prima, e “Accademia Teatrale di Sicilia poi, diretti da Enzo Alessi. Una scuola di vita, di teatro, di creatività, di cultura, di scrittura. Molti dei testi, originali, frutto della fantasia dell’autore, sono stati recitati o cantati in pubblici spettacoli (“Garibaldi e i milli spirtuna”, “L’emancipazioni”, “Libertà”…). Altri testi sono una divertita rielaborazione di storie e leggende tratte dalla ricca tradizione popolare.

Un libro che afferma il valore di un idioma, che “dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento”.

Tratto da www.malgradotuttoweb.it 

martedì 12 aprile 2016

Chi nicchi e nacchi, seconda edizione con un saggio sul siciliano

Un saggio sulla lingua siciliana di Tonina Rampello arricchisce la seconda edizione di Chi nicchi e nacchi, “libro del cuore” di Raimondo Moncada. Un omaggio alla terra natia. Un breve, ma denso e colto saggio a chiusura del libro, che dà un senso alla scelta dell’autore di pubblicare cunti e canti scritti nella lingua madre.   

Tonina Rampello ha vissuto la crescita artistica di Raimondo. Hanno recitato assieme, in Sicilia e fuori Sicilia, in italiano e in siciliano. Raimondo ha avuto pure l’onore e il piacere di dirigerla nel cortometraggio “Babbaluci”.

Oltre a essere apprezzatissima attrice, Tonina Rampello è studiosa, ricercatrice di tradizioni popolari, critico letterario. Ha pubblicato con Enzo Alessi il libro Memoria e con Lucia Alessi Lamentu. Ha recitato per tanti anni col Gruppo Teatro l'Officina ed è stata diretta, tra gli altri, dai registi Andrea Camilleri, Pino Passalacqua, Ruggero Jacobbi, Enzo Alessi. È stata insignita di prestigiosi premi in rassegne teatrali nazionali (migliore attrice a Macerata negli anni Novanta). Presidente dell'Accademia Teatrale di Sicilia, con Enzo Alessi è anima del premio nazionale letterario dedicato al poeta Alessio di Giovanni, con due sezioni del concorso dedicate a poeti e scrittori che amano esprimersi in siciliano.

Così Tonina Rampello esordisce nel suo breve saggio dal titolo "Storia della nostra lingua siciliana":

“Nel leggere l’incipit di Chi nicchi e nacchi, “La mia lingua, la mia vita”, Raimondo apre lo scrigno dei suoi ricordi, regalandoci “cunti, canti, giochi, poesie…” in siciliano, lingua affascinante e “misteriosa” (per i giovani).
L’autore fa un viaggio a ritroso, confessa come la sua “lingua dell’anima” lo ha forgiato dandogli coraggio, coerenza, umiltà, disillusione, rispetto, tolleranza, comprensione, amore e libertà d’espressione. E mi sovviene Platone che, nel Timeo, racconta di quando uno degli uomini più saggi di tutta la Grecia, Solone, visitò l’Egitto e un vecchio sacerdote gli disse che i greci erano come i bambini, perché non possedevano tradizioni antiche o insegnanti “canuti per l’età”. Per questo motivo i re egiziani nel III secolo a.C. ordinarono che ogni libro esistente nel mondo conosciuto, venisse collocato nella grande biblioteca d’Alessandria.
Diodoro Siculo narra che le biblioteche dell’antico Egitto recavano scritte, sopra l’ingresso, queste parole: “Clinica dell’anima”.
Nel raccontare i suoi “cunti e canti”, Raimondo si serve della lingua dei padri, concorde con Goethe che “all’uomo dà gioia e soddisfazione ricercare ciò che è perduto, ricostruire quel che è distrutto e far rivivere le cose disperse”.
Con questo spirito traccerò una “linea guida” della “lingua siciliana” e dei suoi autori, dalle origini ai nostri giorni, per invogliare i giovani ad amarla e praticarla”.

sabato 2 aprile 2016

Chi nicchi e nacchi in una classifica dei libri più venduti

Chi nicchi e nacchi, l’ultima opera di Raimondo Moncada, balza ai primi posti delle classifiche dei libri più venduti in Italia negli ultimi decenni. Supera Il ladro di Mottini di Andrea Camilleri, Il pendolo di fuoco di Umberto Eco, Il giorno della Sirenetta di Leonardo Sciascia, Tre metri sotto il mare di Federico Moccia, La pistacchiosa di Simonetta Agnello Hornby, Ora ti faccio ridere di Stephen King, Io mi spavento di Nicolò Ammaniti, Ascella di Oriana Fallaci, Il gattino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, L’otite di Vladimir Nabokov, L’uomo, la bestia e la tv di Luigi Pirandello.
Chi nicchi e nacchi – secondo i dati rilevati il 1° aprile dalla Liber Librera – si trova avanti anche a Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) dello stesso autore.

Iliubo 
Pubblicato l'1 aprile sul blog www.iliubo.blogspot.it