lunedì 28 settembre 2015

La Sicilia di "Chi nicchi e nacchi" al festival "Kaos dei Monti Sicani"

La Sicilia di Chi nicchi e nacchi di Raimondo Moncada nella Sicilia di Kaos dei Monti Sicani, il festival dell'editoria, della legalità e dell'identità siciliana che si è svolto nell’antico chiostro-biclioteca di Alessandria della Rocca, dal 25 al 27 settembre 2015. Una tre giorni ricca di eventi, con la presenza di tanti scrittori e editori a presentare le proprie opere.

Un momento importante per tanti autori, anche per Raimondo Moncada presente ieri, nella giornata conclusiva, a ritirare il secondo premio del concorso letterario, sezione racconti, di Kaos, per il racconto “Morire d’odio”.

Nello spazio libri, quelli di carta e non quelli virtuali, quelli insomma che si prendono con le mani, si toccano e si svogliano col fruscio delle pagine, si notavano anche i colori della copertina giallo-rossa con la mano “chi ci trasi?” di Chi nicchi e nacchi.

La manifestazione è stata promossa dall’associazione Top Stage presieduta da Angela Indelicato in collaborazione con il Comune di Alessandria della Rocca. Non solo libri, letteratura, scrittori, editori, librai e conversazione letterarie al Kaos dei Monti Sicani, sono stati tre giorni di arte, musica e cultura con concerti, performance, installazioni, mostre che hanno richiamato ad Alessandria della Rocca tanti visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia.


Terra, la Sicilia che riscalda i cuori nel freddo invernale

Il freddo invernale, d’alta montagna, non ha scoraggiato gli spettatori di Terra, lo spettacolo che si è svolto il 26 settembre a Caltabellotta, all’interno della Villa Comunale, per festeggiare l’olio nuovo col Gal Sicani. Uno spettacolo nato a Menfi, alle cantine Barbera, questa estate per festeggiare un altro prodotto Doc della Trinacria, il vino, in una rappresentazione che ha avuto per titolo “S-tralci di Sicilia”. Parole e musica per raccontare le luci e le ombre dell’isola del sole, con in scena Ezio Noto e i maestri musicisti di Disiu (Mario Vasile, Libero Reina, Nicola Pollina, Nanni Cicatello), il cantautore Francesco Giunta, e Raimondo Moncada e Lucia Alessi, nelle loro vesti di attori e autori. Alcuni brani recitati sono stati tratti dal libro Chi nicchi e nacchi, che raccoglie cunti in siciliano di Raimondo Moncada.
Uno spettacolo molto apprezzato dal numeroso pubblico presente, nonostante le temperature proibitive. Così ha commentato Raimondo Moncada sul suo profilo Facebook la serata: “Quando fuori fa un freddo cane che neanche la luna vuole uscire e il pubblico sta seduto, continua a stare seduto per più di un'ora, intensa, stretto stretto, a seguirti, fino alla fine, riscaldandoti con le mani e con la melodia del vocale respiro, in un viaggio di musica e parole sulla nostra Sicilia, capisci che la magia a teatro esiste e riscalda, con un calore che, con un vibrante abbraccio, ci lega a un'unica emozione”.





mercoledì 23 settembre 2015

Artisti che fanno la festa all'olio, scivolando

Chi nicchi e nacchi trova il suo nuovo spazio in “Terra”, la festa per l'olio nuovo che si terrà a Caltabellottanella terra dell’olio buono. Arte e artisti si sono dati appuntamento nel suggestivo e “saporito” paese arroccato sul lembo meridionale dei Monti Sicani noto in tutto il mondo come “città presepe”. L’iniziativa è del Gal Sicani. Si svolgerà sabato 26 settembre 2015, con inizio alle ore 19,00, dentro la frusciante Villa Comunale.

“Terra” è uno spettacolo che nel manifesto viene sintetizzato con quattro significativi punti: 

  • Sicilia 
  • parole 
  • musica 
  • sapori 


Si parlerà di olio, della sua bontà, delle sue proprietà con un omaggio musicale con il cantautore Ezio Noto e il suo Disìu. 

Non ci sarà solo musica. Ospiti della serata saranno Raimondo Moncada e Lucia Alessi nelle loro vesti di attori che, con Ezio Noto hanno realizzato il 5 settembre lo spettacolo “S-tralci di Sicilia” nella cantina Barbera di Menfi che sarà in buona parte riproposto sulla profumata e frizzante montagna di Caltabellotta. Partecipazione straordinaria del cantautore palermitano Francesco Giunta. 

Una festa per l’olio, una festa per le prelibatezze della Sicilia, con degustazioni di prodotti tipici, di buona musica e di buona prosa con richiami alle tradizioni locali, scivolando, con ebbrezza olearia, dalle elevate vette della fiera sicilianità.

Raimondo Moncada reciterà, con Lucia Alessi, alcuni brani tratti dalla sua ultima pubblicazione dal titolo Chi nicchi e nacchi che raccoglie opere orgogliosamente tutte in siciliano. 




martedì 22 settembre 2015

Un tatuaggio nel cuore, la fierezza di essere siciliano

Una trinacria in corpo. Non mostri, donne nude, pensieri strani, promesse, nomi di gruppi musicali o del proprio amore. Ma la Gorgone, il simbolo della Sicilia, della propria terra.
Chi nicchi e nacchi? Chi ci trasi? si chiederebbe come sempre qualcuno.
Sono scelte. Di cuore. Che figurano e non sfigurano. Segni, indelebili, che decidi di inciderti per sempre in una parte precisa del corpo. Come ha fatto un mio amico, Vito Friscia. Quando gli ho visto la trinacria con una espressione gioiosa mi sono impressionato, piacevolmente. E non ho resistito a immortalarla con una foto. Mi è arrivato un sentimento, un messaggio forte: l’orgoglio di essere siciliano, di appartenenza a una terra, a una dimensione, a un luogo magico, al cuore del Mediterraneo, ricco di storia, di civiltà, di arte, di eccellenze, di emozioni, di coraggio (e anche di cose non belle che mettiamo tra parentesi).     
La trinacria, mi istruisce l’enciclopedia Treccani, è l’antico nome della Sicilia presso i Greci. Il suo simbolo è composto dalla testa della Gorgone, personaggio mitologico raffigurato con i capelli formati da serpenti intrecciati con spighe di grano. Dalla testa partono tre caratteristiche gambe piegate all’altezza del ginocchio, tre come i lati dell’isola del sole.   
  
Raimondo Moncada

domenica 20 settembre 2015

Andrea Camilleri svela il segreto dell'origine di "chi nicchi e nacchi"

Andrea Camilleri ci spiega il significato di “Chi nicchi e nacchi”. Il grande scrittore empedoclino mette un punto e pure una virgola, chiarendo una volta e per tutte, e confermando la ricchezza di una lingua (la sua insostituibile “lingua del cuore”) che, prendendo a sé parole, suoni e modi di dire di popoli che dalla Sicilia sono passati, sono rimasti, hanno messo radici (arabi, normanni, spagnoli, francesi, greci, romani…), racconta la storia di una terra.    

“In dialetto – dice Camilleri – ci sono parole e locuzioni di cui ti scervelli a cercare l’origine, penso ad esempio: chinnicchiennacchi. Significa: “ma che che c’entra?”, “che ci trase?”. Sei mesi fa mi scrive un professore che insegna latino arcaico, e mi spiega che chinnicchiennacchi deriva paro paro dal latino arcaico, basta scrivere col k quis hic in hac (“cos’è questo in questa cosa?”, “che c’entra?) ed ecco svelato il mistero dell’origine di chinnicchiennacchi".

Andrea Camilleri parla di Chinnicchiennacchi in un passaggio del libro a due voci, realizzato con il linguista Tullio De Mauro, dal titolo La lingua batte dove il dente duole, edito nel 2013 da Laterza, che consigliamo sempre di leggere.   


sabato 19 settembre 2015

Le brioche col tuppo di Tindari

Qualcuno, guardando la foto, si chiederà: "Chi nicchi e nacchi?". 
E noi rispondiamo: tutto vero. Ci trasi! Ci trasi!
Solo in Sicilia esistono le brioche col tuppo. Una specialità tipica, da gelateria. Accompagnano la granita di limone, ma anche granite di altro genere come quelle con i frutti di bosco o i fichi d'india. Le abbiamo assaggiate per voi a Tindari, splendida località da dove, tra resti di antiche civiltà e il santuario della Madonna nera, si gode un panorama mozzafiato cantato dal poeta premio Nobel Salvatore Quasimodo. 
 Vi consigliamo una visita per il panorama, per il santuario, per il teatro greco e per le brioche col tuppo. 
Sono la fine del mondo: nun si ponnu livari di 'mmucca! 

www.nicchienacchi.blogspot.it

sabato 12 settembre 2015

Mercatino dei libri usati nuovi nuovi letti col cellophane


MERCATINO DELL'USATO GARANTITO. TIPOLOGIA: LIBRI SCOLASTICI


Messaggi in bacheca:
"Vendo libro scolastico di narrativa siciliana. No perditempo. È di seconda mano, ma è nuovo nuovo. Neanche usato. C'è ancora il cellophane con lo scontrino attaccato. Sono ripetente e non mi servirà per il nuovo anno. Lo so a memoria. Potrei ripetere il cellophane a chiunque in qualsiasi momento. Contattatemi in privato cercandomi nella pagina Facebook: SCECCU CU LEGGI!" 

www.nicchienacchi.blogspot.it 

domenica 6 settembre 2015

Andrea Camilleri, la Sicilia e il siciliano: "Ecco quando mi arrabbio"


"Il dialetto è sempre la lingua degli affetti, un fatto confidenziale, intimo, familiare. Come diceva Pirandello, la parola del dialetto è la cosa stessa, perché il dialetto di una cosa esprime il sentimento, mentre la lingua di quella stessa cosa esprime il concetto". 
È quanto dice lo scrittore Andrea Camilleri, siciliano Doc, in un libro a due voci, realizzato con il linguista Tullio De Mauro, "La lingua batte dove il dente duole", edito nel 2013 da Laterza. Un libro da leggere per comprendere il perché della lingua del commissario Montalbano, la forza e la ricchezza dei dialetti, l'anima della scrittura del genio empedoclino, i segreti della longevità di Andrea Cammilleri arrivato con la sua fresca e contagiosa vitalità a novant'anni. 
"A me con il dialetto, con la lingua del cuore, che non è soltanto del cuore ma qualcosa di ancora più complesso, - dice Camilleri - succede una cosa appassionante. Lo dico da persona che scrive. Mi capita di usare parole dialettali che esprimono compiutamente, rotondamente, come un sasso, quello che io volevo dire, e non trovo l'equivalente nella lingua italiana".

Andrea Camilleri parla anche dell'idioma nazionale e del suo essere scrittore italiano nato in Sicilia: "Dal mio punto di vista la lingua è tutto. È il modo di comunicare che hanno gli appartenenti a una nazione, è il terreno comune che adoperiamo per comprendere ciò di cui stiamo parlando. In altri momenti della nostra storia, quando l'italiano come lingua ufficiale non esisteva, la comprensione tra una regione e l'altra non era facile né ovvia. Così vedo la lingua italiana: ciò che ci fa raggiungere degli scopi comuni. Ecco perché tengo sempre a dichiararmi uno scrittore italiano nato in Sicilia, e quando leggo scrittore siciliano mi arrabbio un poco, perché io sono uno scrittore italiano che fa uso di un dialetto che è compreso nella nazione italiana, un dialetto che ha arricchito la nostra lingua. Se l'albero è la lingua, i dialetti sono stati nel tempo la linfa di questo albero. Io ho scelto di ingrossare questa vena del mio albero della lingua italiana col dialetto, e penso che la perdita dei dialetti sia un danno anche per l'albero". 
"Lingua batte dove il dente duole", un libro che non può mancare nella libreria di ogni vero siciliano e fan di Andrea Camilleri. 

Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it