domenica 25 ottobre 2015

La Sicilia "babba" risveglia innocenti memorie

E poi dicono che i bambini sono solo bambini, interessati solo ai giochi, agli svaghi e non ad ascoltare "pallose" letture. 
Può un bambino (età di circa dieci anni) leggere una dotta citazione di uno scrittore siciliano scritta su una vetrata del Caffè Letterario di Licata e ricordarsi di averla sentita? 

È successo. Mi è successo. È tra le belle cose accadute ieri sera al Caffè Letterario. Avere tra il pubblico bella gente, appassionati, siciliani, genitori e anche bambini dagli occhi illuminati, profondi, oceanici, a tenere in mano libri e ad ascoltare per un'ora e mezza la  presentazione di una raccolta di cunti dedicati alla Sicilia e alla sua antica lingua: Chi nicchi e nacchi. 

Alla fine della serata, baci e abbracci, scambi di affettuosità. Tra le persone che si avvicinano anche due giovani genitori con i due figli piccoli. Mentre parlo con loro, con gli adulti, uno dei due piccoli interrompe la nostra breve conversazione. Legge con gli occhi, alle mie spalle, una frase di Gesualdo Bufalino: "Vi è una Sicilia babba fino a sembrare stupida; una Sicilia sperta... una pigra... una frenetica..."
Parole che stimolano memorie tenere, ma sensibili, attente, educate. Il bambino chiede ai genitori, meravigliato della scoperta: "Io questa l'ho sentita!" 

Sono stupefatto. E mi complimento. Certo che l'ha sentita, esattamente un mese fa, nella villa comunale a Caltabellotta, ad apertura dello spettacolo "Terra" con Ezio Noto e la sua band. Un concerto-recital con musiche di Ezio, con citazioni di grandi autori siciliani e con brani tratti da Chi nicchi e nacchi. 

Ogni esperienza è sempre un arricchimento, umano, artistico. Chi nicchi e nacchi, nato come un regalo personale, continua a regalarmi piccole, inaspettate, emozioni. 
È difficile tradurle a parole, pare pare, così come non è facile rendere in italiano le profondità della lingua siciliana. Posso però dire che quella licatese, al Caffè Letterario, è stata ancora una volta bellissimamente bella. Come le due precedenti. 
Una serata di piaceri, in spirito, musica e parole (come gustare un cannolo siciliano scolpito da chi so io). Una serata di intense sensazioni e gradite presenze. Ti senti come a casa, circondato da puro affetto. Il calore ti arriva, lo senti. 

Grazie a chi ha permesso tutto ciò, a chi ha fortemente voluto, organizzato, condotto la presentazione con raffinata cultura e con la leggerezza di una amicizia che non chiede niente: all'associazione culturale Misamusìa; alla sua presidente, la psicologa Maria Alario; l'amica poetessa, scrittrice e prof Angela Mancuso. Grazie a chi l'ha impreziosita con arte, passione, sicilianità: alcantautore Felice Rindone, al musicista e compositore Lorenzo Alario, all'attrice Lucia Alessi. Grazie al pubblico, di Licata e, a sorpresa, anche di Agrigento (c'è chi ha preso la macchina e ha percorso un'ora di strada). Grazie a chi mi ha regalato un sorriso, una parola, una stretta di mano e a quel nonno che ha preso un libro per spedirlo alla cara nipotina che vive fuori dall'Italia: 
"Ci sono pure i monologhi che ha recitato?" 
"Sì!"

Raimondo Moncada 
www.raimondomoncada.blogspot.it 

venerdì 16 ottobre 2015

Gli Indiani d’America convincono Licata a seguire le frecce Signù


Licata è tappa obbligata. Gli amici, gli appassionati, gli studiosi, i lettori, i letterati, gli artisti, i poeti amici licatesi la rendono tale. Ogni pubblicazione di Raimondo Moncada ha la sua presentazione. Obbligo di legge (non scritta). E sempre al Caffè Letterario, al porticciolo turistico, dove entra l'odore del mare africano come quello del Caos. Uguale. 
Eccole in sequenza: 
Sabato 13 ottobre 2012 la presentazione del libro Dal Partenone di Athene al Putthanone di Akràgas;
Sabato 15 marzo 2014 la presentazione del libro Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca);
Sabato 24 ottobre 2015 la presentazione del libro Chi nicchi e nacchi.

In prima linea c’è sempre la poetessa, scrittrice, docente di Lettere e Latino al Liceo “Linares” Angela Mancuso, apprezzata animatrice culturale di Licata, che ha presentato la priva volta, che ha presentato la seconda volta, che presenterà la terza volta. Non c’è due senza tre, dicevano in italiano gli Indiani d’America (soprattutto tra le tribù Apache e Signù). E le prime due sono andate troppo bellissimamente bene. Perché allora - si sono chiesti gli amici licatesi - non seguire la direzione delle frecce Signù? 

Come dargli torto.  
  
L’appuntamento del 24 ottobre è promosso e organizzato da Musamusìa, associazione culturale nata nel 2014 per fare rete, divulgare le conoscenze delle radici storico-culturali della terra di Sicilia attraverso la prosa e il canto popolare, valorizzare la creatività e il talento. A presiedere l’associazione Musamusìa: la psicologa Maria Alario, esperta in orientamento ed entusiasta dell’attività di promozione culturale. Già diverse le iniziative organizzate. 

La presentazione di Chi nicchi e nacchi cade a fagiolo (non legga chi soffre di flatulenza), centrando uno degli scopi primari di Musamusìa. Il libro parla di Sicilia ed è scritto orgogliosamente in lingua siciliana da un siciliano di origini siciliane con i parenti nati tutti in Sicilia (anche se antiche voci parlano di un collegamento diretto, ma secoli addietro, con i Moncada della siciliana Spagna).

Alla presentazione al Caffè Letterario di Licata parteciperà l’autore (si specifica sempre; non è ma scontata la presenza; qualcuno organizza le presentazioni dei libri anche senza gli autori, ma è meglio che siano presenti per prendersi le lodi, le eventuali contestazioni e rispondere a domande a cui non sanno rispondere). 
Raimondo Moncada, forte delle pregresse esperienze e delle risposte già date, ha coraggiosamente dichiarato ai giornali di tutto il mondo che sarà presente a Licata, come le altre due volte e con grandissimo piacere. ha detto proprio così anche al New York Mais. Presenterà il libro conversando con la scrittrice Angela Mancuso e darà anche voce alla sua opera a più voci. Reciterà alcuni cunti raccolti in Chi nicchi e nacchi assieme all’attrice Lucia Alessi, così come fatto in altre occasioni.

L’evento si avvarrà dei preziosi interventi di Felice Rindone, artista di Riesi, scultore, cantautore, presidente dell’Associazione “Cantu e Cuntu”. Rindone canterà nella lingua madre e “interverrà – leggiamo nella pagina-evento di Facebook – tra una chiacchierata e un'altra, in un incontro-presentazione-spettacolo che si preannuncia come una allegra e spensierata riunione tra amici". La pagina evento si conclude con un invito particolare: "Lasciate pensieri e crucci a casa e indossate il vostro migliore sorriso”.


mercoledì 14 ottobre 2015

La Nutella diventa siciliana: "Cumpà, c'è d'arricriarisi" "Chi dici?"

La dolce scoperta del dialetto! Anche la Nutella recupera e valorizza la lingua madre, la lingua della nostra terra, dei nostri nonni. Nelle etichette dei barattoli, in omaggio alla nostra lingua, il siciliano, troveremo parole come “agghiurnàu”, “arricrìati”, “cchi lustru!”, “chi dici?”, “ciatu miu”, “cumpà”, “scjàlati”, “Biddizza”.  
Aspettiamo solo l’etichetta “Chi nicchi e nacchi” che dà il titolo alla pubblicazione, orgogliosamente tutta in siciliano, di Raimondo Moncada.  “Chi nicchi e nacchi” arriverà pure sulla Nutella, siamo fiduciosi.
La campagna a favore dei dialetti italiani si chiama “Dialettichette" e ha come slogan “Nutella parla come te”. Nel sito della cioccolata da spalmare più famosa al mondo, leggiamo: “In Italia c'è una lingua speciale che cambia da Nord a Sud, da una regione all'altra, addirittura a pochi chilometri di distanza. Ogni volta che la sentiamo ci emoziona, ci diverte e ci sorprende quando meno ce lo aspettiamo. Questa è la magia dei dialetti”.

L’Italia è stata suddivisa in sedici aree geografiche. La lingua siciliana è proprio nell’ultima che comprende le città di:  Palermo, Trapani, Agrigento, Enna, Caltanissetta, Catania, Siracusa, Ragusa, Messina.

Nutella ha coinvolto un team di docenti esperti in dialettologia, per rintracciare le espressioni dialettali più “entusiasmanti”. Il progetto ha selezionato 135 espressioni diventate tutte etichette adesive da applicare al vasetto.Tra i consulenti linguistici che ha fornito il proprio valido contributo anche il professore Roberto Sottile, ricercatore nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo dove insegna Linguistica italiana, autore del libro Il dialetto nella canzone italiana degli ultimi venti anni, apprezzato lo scorso anno alla Fiera di Barbarà di Alia, in una conversazione, lezione, concerto con i maestri cantautori siciliani Francesco Giunta e Ezio Noto. Riportiamo un commento che il professore Sottile ha postato sul proprio profilo Facebook: “Che dialetto sarebbe con Nutella? Così, alla fine, siamo "sul mercato". Si è tanto parlato quest'estate di 'spendibilità dei saperi umanistici': una decina di dialettologi di diverse università, coordinati da Francesco Avolio, abbiamo aderito alla proposta della Ferrero di scrivere le etichette nei vari dialetti italiani. Adesso, coordinati da Matteo Rivoira stiamo "traducendo in dialetto" alcune parti del sito web della Ferrero: c'è d'arricriàrisi! Quello che sta facendo Nutella per i dialetti forse neanche i dialettologi in oltre cento anni di attività”.




lunedì 12 ottobre 2015

Chi nicchi e nacchi, news sul libro nel sito della Fijet Italia

“È  un’opera in cui si esalta la vena umoristica del suo autore, ma anche quella poetica, con toni fantastici e quadri surreali. Una sfida e soprattutto un atto d’amore”. Si parla del libro Chi nicchi e nacchi e del suo autore, Raimondo Moncada, in un articolo apparso sul sito ufficiale della Fijet, la Federazione Internazionale dei Giornalisti e degli Scrittori di Turismo.
L’articolo è a firma del presidente nazionale della Fijet Italia Giacomo Glaviano.
La Fijet è una organizzazione internazionale fondata a Parigi nel 1954. Conta oltre 2.500 membri di 50 paesi nei cinque Continenti. Tra i suoi scopi quello di far conoscere in tutto il mondo informazioni di carattere culturale, storico, paesaggistico, enogastronomico ecc. dei diversi paesi per esaltarne e promuoverne le peculiarità a fini turistici. Anche la lingua e la produzione editoriale fanno parte di un patrimonio locale da diffondere.

Di seguito il link per leggerlo integralmente LINK 

www.nicchienacchi.blogspot.it 

giovedì 8 ottobre 2015

Caffè al bar a 20 centesimi, solo ad Alia, solo in Sicilia

Solo in Sicilia bevi il migliore caffè, quello con l'aroma che ti sveglia alla vita. E solo in Sicilia trovi dell’ottimo caffè a un prezzo così regalato (20 centesimi!) che pensi subito: qui c'è la fregatura. 
Siamo ad Alia, in provincia di Palermo, per la Fiera di Barbarà, festival dell'editoria e dell'identità siciliana diretto dalla poetessa Francesca Albergamo, per la presentazione del libro Chi nicchi e nacchi
Entri in paese e la prima cosa che fai – dopo ore di zigzagare con la macchina su strade d'altri tempi – è entrare nel primo bar che incontro nel corso principale e ordinare un caffè ristoratore. Bevi e quando vai alla cassa hai la zuccherata sorpresa. Un caffè, di quelli di prima qualità, te lo fanno pagare 20 centesimi di euro! Ripeto: 20 centesimi di euro. 
Proprio 20 centesimi, senza errore umano. È scritto nel prezziario esposto al pubblico e ti risulta pure sullo scontrino fiscale che conservi come prova e come ricordo (l'amico Giuseppe Piscopo, ad Alia per il festival, mi confida che poco prima del cambio in euro, il caffè costava 400 lire e che sull'incredibile prezzo ci ha vinto una cena a base di pesce con un gruppo di esterrefatti amici). 
Capisci dopo, quando leggi il manifesto con i prezzi, che trattasi di caffè "scorretto", ma lo capisci non dal gusto, buonissimo, ma dai quei dieci centesimi in più che ti chiedono per avere una tazzina con caffè corretto. Costo totale dell'operazione: 30 centesimi. Se prendi caffè scorretto e, solo per provare, anche una tazzina di quello corretto paghi 50 centesimi. 
Se ne aggiungi altri due scorretti arrivi alla cifra, para para, del caffè della tua città.   Lo fai e ti rilassi, raggiungendo il Nirvana. 
Raimondo Moncada

giovedì 1 ottobre 2015

Fiera di Barbarà ad Alia, speciale dieta a base di libri e mortadella

Ecco, in esclusiva, l’intervista che si concede Raimondo Moncada mentre si prepara alla seconda edizione della “Fiera di Barbarà”, festival dell’editoria in programma ad Alia sabato 3 e domenica 4 ottobre 2015, per la direzione artistica di Francesca Albergamo. Prevista la presentazione del suo libro tutto in Siciliano “Chi nicchi e nacchi” e uno spettacolo dedicato alla Sicilia con il cantautore Ezio Noto e l’attrice Lucia Alessi. 

Intervistatore: “Come si sta preparando all’appuntamento?”
Moncada: “Ascolto musica, mangio, leggo e dormo. Dormire è importante, così come mangiare e ascoltare musica”. 
Intervistatore: “Come fa?”
Moncada: “A fare cosa?”
Intervistatore: “A fare tutte queste cose assieme?” 
Moncada: “Ci vuole esercizio. Tanto. La pratica è fondamentale per tutto. Devi entrare a regime. Iniziare gradualmente, a piccole dosi: oggi un pezzo di pane, domani un panino, dopodomani un filoncino con mortadella, sarde salate, olive e formaggio pecorino”. 
Intervistatore: “Sta seguendo una dieta particolare per Alia?”
Moncada: “Al filoncino sto aggiungendo una foglia di lattuga, per mantenermi leggero”. 
Intervistatore: “Cosa presenterà ad Alia?” 


Moncada: “Arriverò col mio filoncino incartato e dirò a tutti gli scrittori e artisti partecipanti: a favorire!”
Intervistatore: “Lei sì che è una persona educata. Non si innervosisce mai?”. 
Moncada: “Solo rare volte. Mi succede quando vado a una manifestazione di successo col mio filoncino sotto le ascelle e, al mio invito “a favorire”, tutti mi rispondono “grazie, ne prendiamo un po’ tanto per gradire”. Un po’ uno, un po’ l’altro e io rimango solo con l’involto di carta in mano”. 
Intervistatore: “Rimane almeno con le briciole, spero”. 
Moncada: “Neanche quelle. C’è sempre qualcuno che mi chiede pure le molliche”. 
Intervistatore: “Il prezzo della generosità si paga”. 
Moncada: “Colgo un aspetto positivo. Grazie a questo stratagemma mantengo la linea nelle occasioni che contano. Tutti mangiano e ingrassano mentre io spinno”. 
Intervistatore: “Spinna? Che vuol dire?”
Moncada: “Lei è di un’altra generazione di siciliani, quella che si è allontanata dalla propria lingua. L’ha avuta strappata di dosso. Anche noi, vecchia generazione, cresciuta a pane e siciliano, con l’odore caldo della lingua dei nostri nonni, siamo destinati a staccarci dal nostro idioma. Prima si parlava in ogni occasione. Ora, invece, si parla l’italiano: la lingua di tutti e di nessuno. Ma resistiamo finché possiamo. Ci vuole continuo esercizio. Parlandola, la lingua rimane appetitosa come la mortadella”.
Intervistatore: “E spinnare che significa”. 
Moncada: “Lo vede questo filoncino di pane caldo appena comprato ad Alia e imbottito con mortadella, prosciutto, salame, cacio cavallo, olio d’oliva, rosmarino, fette di uova sode…?”
Intervistatore: “Lo vedo…”
Moncada: “E sente anche che quando le parlo non capisce più niente di quello che le dico e non perché parlo il siciliano ma perché sto mangiando, masticando, gustando il filoncino imbottito con tutto quel ben di dio di cui ho ho fatto l’elenco prima?”
Intervistatore: “Il profumo mi arriva come uno schiaffo sulla faccia. Ma non potrebbe pronunciare adesso la magica frase: a favorire?” 
Moncada: “Non posso. Lo faccio per lei, per la sua cultura personale. Altrimenti non capirebbe dentro la sua carne, dentro il suo stomaco, dentro i suoi condotti inspiratori, il significato vero di spinnare!” 

Raimondo Moncada

Festa dei libri ad Alia, Barbarà al Mutuo Soccorso

Alia rimette le ali alla cultura. Si vola, in alto, con le pagine dispiegate dei libri fruscianti nell’aperta volta del cielo attraversata anche dagli occhi di Goethe
L’odorosa “città giardino”, incastonata sulle palermitane Madonie, si prepara a ospitare la seconda edizione della “Fiera di Barbarà”, il festival dell’editoria, della legalità e dell’identità siciliana, voluta fortemente dalla sensibile, grintosa e mai doma poetessa Francesca Albergamo, direttore artistico della manifestazione e presidente della "Fabbrica della Cultura".  
Appuntamento sabato 3 e domenica 4 ottobre 2015, nei locali dell'antica Società di Mutuo Soccorso l'Avvenire, in Via Garibaldi, nel centro storico del paese. Ad animare il festival tanti scrittori ed editori siciliani con le loro ultime frizzanti produzioni.  


La letteratura sarà al centro, in tutti i sensi, ma non sarà l'unica protagonista. La cultura si respirerà ovunque, come l’odore di zagara dentro un aranceto fiorito (l'immersione è vivamente consigliata anche agli allergici!). Libri, conversazioni con gli autori, musica, tradizioni popolari, reading, incontri con le scuole, momenti dedicati ai temi della Resistenza e della legalità e tanta Sicilia.

Tanti gli scrittori a presentare le loro opere e a discutere di scrittura: Mari Albenese (Il cielo sopra Palermo è sempre più grigio), Angelo Sicilia (I siciliani nella Resistenza), Clelia Lombardo e Daniela Gambino (Sibille), Calogero Catania (L'odore della morte), Francesco Teriaca (Amniotico), Stefania Rinaldi (Il complesso della vedova), Giuseppina Li Cauli e Leda Melluso (Storie albanesi di Sicilia), Michele Barbera (Colpe apparenti), Antonio Fragapane (Appunti di Sicilia), Cettina Vivirito.  

Alla presenza della mia fisica e non virtuale persona, ci sarà anche la presentazione della mia ultima fatica, Chi nicchi e nacchi, una raccolta di cunti giovanili scritti orgogliosamente in siciliano, e  uno spettacolo, di musica e parole, con brani tratti dallo stesso libro, che avrà l’onore di chiudere il festival. Sarò a fianco (non so ancora se destro o sinistro) del musicista e compositore Ezio Noto e Disiu e al fianco (penso destro, ma per decidere faremo un convegno) dell’attrice Lucia Alessi.   


Anche quest’anno ad Alia ci sarà tanto da apprendere. Con gli incontri e gli scambi si impara sempre. Basta stare in religioso silenzio, chiudere gli occhi e aprire non solo le orecchie, ma anche i pori della pelle per fare arrivare ogni istruttivo stimolo dritto al cuore degli atomi intelligenti.
Prepariamoci, dunque, a vivere questa nuova esperienza, in scena e dietro le quinte. Quella dello scorso anno ce l’ho ancora dentro. Saporita anche nella respirazione di aria  rifocillamento degli illustri ospiti, cosi giusti! 

Raimondo Moncada
www.raimondomoncada.blogspot.it  


Ecco l'intero programma della seconda edizione della "Fiera di Barbarà" di Alia nella brochure ufficiale: