Andrea
Camilleri ci spiega il significato di “Chi nicchi e nacchi”. Il grande
scrittore empedoclino mette un punto e pure una virgola, chiarendo una volta e
per tutte, e confermando la ricchezza di una lingua (la sua insostituibile “lingua
del cuore”) che, prendendo a sé parole, suoni e modi di dire di popoli che
dalla Sicilia sono passati, sono rimasti, hanno messo radici (arabi, normanni,
spagnoli, francesi, greci, romani…), racconta la storia di una terra.
“In
dialetto – dice Camilleri – ci sono parole e locuzioni di cui ti scervelli a
cercare l’origine, penso ad esempio: chinnicchiennacchi. Significa: “ma che che
c’entra?”, “che ci trase?”. Sei mesi fa mi scrive un professore che insegna
latino arcaico, e mi spiega che chinnicchiennacchi deriva paro paro dal latino
arcaico, basta scrivere col k quis hic in hac (“cos’è questo in questa cosa?”, “che
c’entra?) ed ecco svelato il mistero dell’origine di chinnicchiennacchi".
Andrea Camilleri parla di Chinnicchiennacchi in un passaggio del libro
a due voci, realizzato con il linguista Tullio De Mauro, dal titolo La
lingua batte dove il dente duole, edito nel 2013 da Laterza, che
consigliamo sempre di leggere.
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