Chi nicchi e nacchi,
il nuovo libro di Raimondo Moncada, è un controsenso. In un mercato editoriale
in crisi, in un momento in cui si riduce il numero di lettori che acquistano libri in italiano, l’autore
pubblica un’opera interamente in siciliano. La
pubblicazione, orgogliosamente indipendente (Mia Edizioni), va controcorrente. E lo spiega nella
quarta di copertina.
La
Sicilia è una terra ricca di miti e leggende. Così com’è ricca la tradizione
popolare con racconti, di storie reali o di fantasia, tramandati per secoli e
secoli. Per non parlare dei canti, della poesia popolare, dei giochi, delle
espressioni profondamente sicule, intraducibili in altre lingue.
Chi
nicchi e nacchi raccoglie cunti, canti, liriche originali che Raimondo Moncada,
nato e cresciuto in Sicilia e in siciliano, ha composto nella sua lingua madre
e recitati in pubbliche rappresentazioni teatrali. Il libro include anche brani
rivisitati tratti dal ricco patrimonio popolare e letterario della Sicilia.
Tutto scritto in siciliano, nella lingua di Luigi Pirandello, Andrea Camilleri,
Ignazio Buttitta, Nino Martoglio, Alessio Di Giovanni...
Il
titolo è emblematico. Chi nicchi e nacchi, è una espressione che significa: Ma
che dici? Che c’entra? Chi ci trasi?
È
una sfida. Per qualcuno anche un controsenso in un momento di crisi editoriale:
pubblicare e farsi leggere in siciliano quando già è diventato complicato
nell’italica lingua nazionale. Operazione incoscientemente audace.
Il
contenuto di questa pubblicazione è per lo scrittore motivo di riscatto e di
orgoglio. Dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua
dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento.
Ebook scaricabile dalle librerie on-line come Amazon, BookRepublic
Blog dell'autore: www.raimondomoncada.blogspot.it
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